//Notebook// Rally Historique de Montecarlo

 

“Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina”

Le macchine da rally, quando arrivano, te ne accorgi. Il suono metallico degli scarichi aperti colpiscono il petto come delle mitragliate e le ruote stridono mentre scivolano sull’asfalto. Arrivano a velocità folli senza fermarsi, come se al pilota non servissero i freni per affrontare una curva, ma solo il coraggio di non mollare la spinta sull’acceleratore. Il rally è una sport per persone con un’innata dose di coraggio e di sangue freddo. Il rally classico s’intende, quello dove si parte una macchina dopo l’altra ad intervalli di un minuti; quello dove si guida all’impazzata per non più di due ore, e dove il rischio di uscire fuori pista si nasconde ad ogni curva, ad ogni piccola pendenza che fa’ perdere il contatto con l asfalto. Oggi però non parleremo del rally classico, di velocità, ma parleremo del più classico dei rally, il più atteso e seguito, il famoso Rally Historique di Monte Carlo, che ha dato il via giovedì 26 gennaio alla sua XX edizione. Il Rally Historique è considerato da sempre un evento ricco di energia ed eleganza, dove le vere regine dell’evento sono le macchiane d’epoca che parteciparono al rally tra il 1955 al 1980, piccoli gioielli di meccanica, precisione e gusto estetico, come la mitica Porche 911, quest’anno guidata dal duo italiano Marco Torlasco e Fabrizio Arenzi Bentivoglio, o l’ancor più applaudita Lancia Rally 037, sogno su ruote di ogni appassionato. È da ricordare che il rally storico non è seguito soltanto per le sue splendide macchine ed il suggestivo paesaggio in cui si sfidano le vetture, ma per la difficoltà che comporta tale competizione.

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Per i neofiti di questo consigliatissimo evento, è giusto precisare un dettaglio importante: quella dello storico di Monte Carlo non è da considerarsi una gara di velocità, anche se sicuramente le macchine non vanno piano, ma più una gara di precisione ed astuzia, di intuizione e resistenza. Si chiamano, più precisamente, gare di regolarità. Una gara di regolarità consiste in pochi punti chiave: cercare di fare un numero preciso di metri assegnati, in un preciso periodo di tempo. Se si supera la quantità di metri, si riceve una penalità, se i metri sono inferiori a quelli assegnati, si riceve una penalità. Se si superano i limiti stradali nei centri abitati, si riceve una penalità. Se si percorre una strada diversa dal tragitto preimpostato, si riceve una penalità. Più penalità ricevi, più basso sei nella classifica, meno penalità, più hai la possibilità di essere ricordato ne gli albi d’oro del rally, e raggiungere cosi l’immortalità.      Gli unici piccoli problemi sono che: non si è a conoscenza del luogo in cui sono posti i rilevatori di tempo, il clima può variare dalla neve al ghiaccio alla pioggia e forse all’asciutto, le code lungo le strade, la presenza di semafori e di sensi unici, di strade chiuse e passaggi a livello con treni in transito; Gli sfidanti non sono cinquanta come per i rally di velocità, ma più di trecento, che potrebbero ostacolarti in ogni momento anche per un semplice guasto al motore che costringe la macchina a fermarsi in mezzo alla strada; oppure ancora, prendendo sempre come esempio il Rally Storico di Monte Carlo, quando la competizione ha la durata di quattro giorni di guida continui, interrompendo la propria corsa solo per fare rifornimento, controllare la macchina, mangiare e dormire. Un gioco da ragazzi insomma.

Chi avesse mai sperimentato l’ebrezza di sedersi al volante della propria macchina, mentre la neve ed il ghiaccio fanno pattinare le ruote, e la strada finisce sia a destra che a sinistra perché nessuno ha mai pensato di mettere dei guardrail in quel preciso punto, chiunque abbia provato tale esperienza, allora può forse immaginare cosa voglia dire guidare per 427,56 chilometri di pura concentrazione ed adrenalina. Chi non sapesse cosa si prova, partecipando al Rally Historique potrebbe assistere ad un esperienza unica nel suo genere, guardando sfrecciare paurosamente le macchine da rally più importanti della storia. Vedere le curve impossibili ma che incredibilmente riescono, gli slittamenti, le frenate spaventose e gli incidenti; le uscite di pista dove gli spettatori si lanciano in soccorso dei ploti per far si che quest’ultimi riescano a ripartire, per riuscire poi a superare il traguardo a testa alta.                                    I pranzi organizzati al volo dove gli appassionati si uniscono ai piloti per condividere la propria passione. Perché il rally è anche questo, una passione che unisce persone da tutto il mondo: piloti, appassionati, giornalisti ma non solo. Non è raro vedere un padre che con il figlio sorridono assieme, mentre davanti a loro si sfidano dei veri e propri campioni delle quattro ruote.

     Anche tra i corridoi dei nostri uffici si vedono questo genere di persone, come ad esempio mio padre, che in questo momento siede alla scrivania alle mie spalle e spiega che i nostri portachiavi sono interamente realizzati in modo artigianale, disegnati, tagliati e cuciti dai nostri dipendenti che sono sempre pronti a creare qualcosa di nuovo.

  Anche mio padre appunto, quando le macchine ci passavano davanti si girava verso di me, e pur mantenendo una certa seria concentrazione, il suo sguardo sembrava volermi dire “hai visto come vanno via?” per poi raccontarmi tutto di ogni macchina, e dei suoi storici piloti.

Il Rally Storico di Monte Carlo anche è tutto questo. Perché le macchine, la Costa Azzurra, e la competizione, non avrebbero alcun valore senza tutti gli appassionati e le varie persone che rendono questo mondo, un mondo incredibile.